Maurizio Costanzo, lo scandalo politico e il processo di cui pochi ricordano

All’età di 84 anni si è spento Maurizio Costanzo, gigante della tv italiani: in pochi però ricordano lo scandalo politico che lo coinvolse

Una notizia che nessuno oggi avrebbe voluto ricevere, ma che purtroppo è realtà. Maurizio Costanzo è morto all’età di 84 anni. Non sono state rese note le cause del decesso anche se non era mistero che soffrisse di diabete. Se ne va un gigante della televisione italiana: conduttore, scopritore di talenti, ideatore di programmi e anche autore di canzoni bellissime come Se telefonando, scritta per Mina. Il palco del Costanzo Show ad oggi viene celebrato come il più grande salotto della tv italiana. Negli anni Costanzo ha fatto però parlare di sé anche per diversi scandali, soprattutto a livello sentimentale, e per alcune controversie politiche.

Maurizio Costanzo e la massoneria

Maurizio Costanzo, lo scandalo della massoneria
Maurizio Costanzo (Foto: Mediaset Infinity)

Era il 1980 quando Maurizio Costanzo, al tempo direttore del telegiornale Contatto in onda su primarie Indipendente, venne coinvolto nello scandalo della loggia massonica P2 (Propaganda due). L’uomo era presente nella lista degli aderenti, con numero di tessera 1819, ed aveva la qualifica di maestro. Dopo aver negato l’appartenenza, dice di essere iscritto a sua insaputa. Solamente in un’intervista a Giampaolo Pensa de La Repubblica confessa la sua partecipazione attiva, stessa cosa fa anche al cospetto della Corte d’Assise, nel corso del processo ai capi del P2, accusati di cospirazione politica. Sei anni dopo, quindi nel 1986, si candida nel Partito Radicale.

La vita di Costanzo è stata sempre molto movimentata dal punto di vista mediatico-politico. Si ricorda anche dell’attentato di Via Fauro che, insieme a Maria De Filippi, riuscì a scampare. Il motivo di tale gesto nei suoi confronti pare fu dettato dalle sue trasmissioni contro la mafia. Il 26 settembre 2019 la Procura di Firenze ha reso annunciato l’ipotesi del coinvolgimento diretto di Silvio Berlusconi nell’attentato, come mandante.