Erano quasi le 5:51 (3:31 italiane) a Mosca quando Putin, in diretta tv, ha annunciato l’invasione militare in Ucraina. I carrarmati si sono dispiegati, non solo sulle zone di confine, ma fino a Kharkiv, Mariupol, Leopoli, Odessa e addirittura nella capitale di Kiev, e l’esercito russo ha iniziato a lanciare le prime bombe. Secondo quanto riferito dagli inviati dei principali telegiornali italiani, la Russia avrebbe tentato di prendere il controllo dell’aeroporto. A permettere un ingresso ‘indisturbato’ in Ucraina da parte dell’esercito rivale, ci hanno pensato la Bielorussia dell’alleato Lukashenko e la Crimea. Impossibile fare la conta dei morti che, tra militari e civili, cresce purtroppo sempre di più.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato che tale azione si rivelerà una “catastrofe”. Nel frattempo, Ursula Von Der Leyen, presidente UE, ha detto la sua: “Attacco ingiustificato della Russia, ci saranno sanzioni. L’obiettivo dell’Europa è non dipendere più da loro per il gas”.
Anche dall’Italia arriva la condanna alla Russia da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi: “Attacco ingiustificabile, siamo vicini al popolo e alle istituzioni ucraine. Lavoriamo con gli alleati europei e della NATO per rispondere immediatamente, con unità e determinazione”.
Intanto in Ucraina la gente comune sta facendo scorte di beni essenziali, con lunghe file ai benzinai e nei supermercati, prima di scappare o rifugiarsi nei bunker.
Ora però approfondiamo il motivo scatenante del conflitto e le possibili conseguenze per tutti i paesi coinvolti, l’Europa e anche gli Stati Uniti. E la Cina da che parte sta? Andiamo a vedere.
⚠️ #RussiaInvadedUkraine Today, on February 24 at 5AM, the armed forces of the Russian Federation attacked Ukraine. #StayWithUkraine, stay tuned for updates on Ukraine’s official sources and channels in English and support Ukraine in its fight for freedom and democracy in Europe. pic.twitter.com/MYGk5zmLz2
— Ukraine / Україна (@Ukraine) February 24, 2022
Guerra tra Russia e Ucraina, perché è scoppiata?
Era il 24 agosto del 1991, più di 30 anni fa, quando Kiev dichiarò l’indipendenza dall’Urss (Unione Sovietica) che poi si sciolse definitivamente pochi mesi dopo (26 dicembre dello stesso anno, ndr). Da allora i rapporti tra Russia e Ucraina non sono dei migliori. La situazione di questi ultimi non è mai stata il massimo nemmeno internamente in quanto la popolazione è spaccata tra filo-russi e nazionalisti ucraini.
Ad ogni modo le tensioni tra le parti si sono intensificate nel 2010, con l’allora presidente ucraino Viktor Yanukovych che propendeva decisamente per la Russia di Putin. Addirittura, decise di sospendere la Deep and Comprehensive Free Trade Area* nel 2013. I giorni seguenti a tale mossa, scoppiarono forti proteste nella nazione, con violenti scontri e un bilancio di circa 100 vittime tra i civili. Questi conflitti interni, durati circa tre mesi e conosciuti oggi come Euromaidan, portarono Yanukovych a fuggire dal paese e alla messa in stato di accusa.
Nel frattempo, la Crimea**, vista come un punto strategico a livello geopolitico per la Russia, proclamò l’indipendenza a seguito di un referendum indetto dagli omini verdi*, vinto con il 95% dei voti a favore. Successivamente all’autodeterminazione, vi fu all’annessione a Russia che però Kiev e l’Occidente intero non hanno mai digerito. Convinzione comune è che dietro tutto ciò ci sia stata la mano di Putin fin dall’inizio. A tutto ciò, seguirono altre insurrezioni armate con le province del Donbass, Donetsk e Luganks, proclamate repubbliche popolari (approfondimento nel paragrafo successivo).
Tra il 2014 e il 2015 vi fu anche un processo di pace, affidato a Francia, Germania, Russia e Ucraina, che portò agli accordi di Minsk. Questi prevedevano che Kiev assicurasse autonomia alle regioni separatiste e amnistia per i ribelli, ma in cambio i russi avrebbero dovuto ritirare tutte le truppe dai territori ucraini. Questi accordi, però, non sono mai stati rispettati da nessuna delle parti.
Fatto un breve excursus storico, ritorniamo ai tempi attuali. L’obiettivo da sempre della Russia è quello di avere una forte influenza nell’Ucraina, la stessa che man mano si è affievolita dalla cacciata di Yanukovych. A sancire però l’inizio di un nuovo e sanguinoso conflitto è stata la volontà dell’Ucraina di aderire alla Nato. Ciò, per l’Ucraina significherebbe occidentalizzarsi del tutto e Putin non vuole assolutamente che il paese faccia parte dell’Alleanza Atlantica. Dunque, e pareva già ovvio e scontato fin dall’inizio, le ragioni di una guerra sono più geopolitiche che storiche. La Russia, del resto, ritiene inaccettabile, dopo aver dovuto sopportare l’ingresso nella Nato di Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Romania e Bulgaria, un’adesione anche della confinante Ucraina.
Vi state chiedendo perché la Russia è così tanto interessata a ciò che fa l’Ucraina? Oltre a tante altre ragioni che non staremo qui ad approfondire, c’è sicuramente un fattore che tra tutti gli altri spicca e va trovato nel Mar Nero. Il controllo di quest’ultimo è considerato fondamentale per ragioni economiche, di sicurezza e di difesa. Il Mar Nero, inoltre, consente l’acceso al Golfo Persico, Medio oriente, Mar Caspio e Mediterraneo. Da sempre al centro di numerosi conflitti, tra cui quello del Negorno-Karabakh, è conteso tra Russia, Ucraina e anche Turchia.
Cerchiamo di farla semplice. Le sorti della regione del Mar Nero sono importanti per l’Unione Europea, che spalleggia l’Ucraina, per i motivi suddetti. Stessa vale cosa per la Russia, ma in maniera ancor più ampia. Ci sono anche gli Stati Uniti in questa sorta di Risiko. Agli USA, infatti, interessa mantenere un forte potere (anche decisionale) per ciò che riguarda il progetto di avanzamento energetico dell’Iran. E non dimentichiamoci della Turchia, forte del controllo degli stretti e del Trattato di Montreaux****, che va considerata come un ago della bilancia. In sostanza ogni da ogni sua mossa dipende l’andamento e le conseguenze del conflitto.
*Deep and Comprehensive Free Trade Area= accordo per le aree di libero scambio globale. Sono tre, stabilite tra l’Unione Europea e Georgia, Moldavia e Ucraina. Consentono a questi tre paesi di accedere al mercato unico europeo in settori selezionati e garantiscono agli investitori europei lo stesso contesto normativo nel paese associato.
**Crimea= penisola affacciata sul Mar Nero. Regione autonoma dell’Ucraina prima dell’annessione alla Russia, avvenuta nel 2014. Gli abitanti si sono sempre sentiti di nazionalità russa.
***Omini verdi= Gruppo di soldati dalle uniformi verdi senza mostrine e simboli che si possono ricondurre a corpi appartenenti alla Russia.
****Trattato di Montreaux= Convenzione siglata nel 1936 da Turchia, Francia, Grecia, Romania, Regno Unito e Unione Sovietica con l’obiettivo regolamentare la navigazione ed il passaggio attraverso lo Stretto dei Dardanelli, il Mar di Marmara ed il Bosforo.
Cos’è il Donbass?
Il Donbas, o Donbass, è il bacino del fiume Donec, affluente del Don, che separa Ucraina e Russia. Il toponimo risale alla fine del XIX secondo, essendo stati scoperti nell’area molti giacimenti di carbone. La regione fa parte del territorio che nel 2014 si è proclamato indipendente dalla nazione giallo-blu.
Il 6 aprile del 2014 alcuni manifestanti filo-russi hanno sovvertito il potere, impadronendosi dei palazzi governativi di Donetsk, Lugansk e Kharkiv. Nel corso di tale conflitto i separatisti hanno indetto un referendum per l’autonomia dall’Ucraina. A seguito di questo, il 24 maggio dello stesso anno viene proclamata una federazione tra le omonime repubbliche popolari, considerate da Kiev come organizzazioni terroristiche.
Il 18 febbraio di quest’anno, Denis Pušilin e Leonid Pasechnik, capi rispettivamente delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, hanno ordinato l’evacuazione verso la Russia di tutti i civili a causa della guerra in corso tra le milizie popolari del Donbass e le Forze Armate Ucraine. Tre giorni dopo, di tutta risposta, il presidente russo Putin ha annunciato il riconoscimento ufficialmente delle due regioni. Successivamente ha inviato l’esercito ad occupare l’intera area a protezione dall’Ucraina, con l’obiettivo apparente di riportare la pace.
Le conseguenze del conflitto per Italia e Europa
La guerra tra Russia e Ucraina avrà certamente conseguenze per l’Italia, o meglio per l’intera Europa, soprattutto a livello economico. In primis, di qui a breve ci sarà un taglio delle forniture del gas e ne conseguirà quindi la riduzione dei consumi energetici. Il problema, concentrandoci sull’Italia, riguarderebbe anche le esportazioni verso la Russia. Basti pensare che il nostro paese è la terza economia europea in materia di export nel paese russo, prevalentemente per ciò che riguarda reattori nucleari, macchinari elettronici, farmaci e moda.
Qualora la Russia vincesse la guerra, controllando di fatti l’Ucraina, cambierebbero gli equilibri dell’intera Europa. Secondo quanto scrivono i principali analisti, Mosca potrebbe restare intrappolata in una catastrofe auto-inflitta per ragioni economiche e anche di eventuali numerose morti. Nonostante ciò, Putin avrebbe calcolato i costi-benefici e ne gioverebbe nei confronti di Ue e USA che si troverebbero davanti a uno scenario totalmente nuovo. Entrambi dovrebbero poi riflettere sulla sicurezza, per evitare una guerra su più ampia scala che potrebbe mutare in un vero e proprio conflitto nucleare.
La posizione degli Stati Uniti
La posizione degli Stati Uniti è chiara fin dall’inizio. Già a dicembre il presidente Biden ha spiegato che in caso di guerra non avrebbe mandato truppe in Ucraina in quanto, non facendo parte della Nato, non gode di accordi di mutua difesa in caso di invasione dei territorio. Nonostante ciò, gli USA hanno fornito Kiev di armi e hanno spedito circa tremila soldati nell’Europa dell’Est a mo’ di supporto.
Dopo la scelta da parte della Russia di invadere l’Ucraina, Biden ha annunciato enormi sanzioni contro il paese e le famiglie della classe dirigente russa. “Abbiamo tagliato il governo russo dalla finanza occidente, non otterrà più soldi e non potrà finanziare nuovi debiti sui nostri mercati finanziare e neanche su quelli europei”. Va chiarito che questa è considerata una mossa difensiva, perché da parte degli Stati Uniti non ci sarà nessun attacco militare. “Verrà difeso però ogni centimetro dei territori NATO”, hanno precisato da Washington.
E’ pensiero unanime che quanto fatto dalla Russia sia stata una violazione del diritto internazionale e della vita umana. A tal proposito è intervenuta anche l’Onu. “Questa guerra non ha senso, viola i principi della Carta e potrebbe causare – spiega il segretario generale Gutierres – un livello di sofferenze che l’Europa non ricordava almeno dalla crisi balcanica”.
E la Cina?
Anche se sembra passare inosservata, c’è anche la Cina a guardare da lontano a quanto sta accadendo. Alcuni hanno chiesto a Pechino di prendere una netta posizione, con la quasi assoluta indifferenza da parte di Xi Jinping che vorrebbe rimanere per quanto possibile fuori dalla questione. Le ragioni sono due: rafforzare le relazioni con la Russia, con cui è stato siglato un accordo triennale per le importazioni di gas russo, e non peggiorare i rapporti con Stati Uniti ed Europa.
Inoltre, va sottolineato che la Cina e l’Ucraina sono legate da interessi miliardari in quanto Pechino è il principale partner commerciale di Kiev in termini di costruzione e investimenti nel mondo delle telecomunicazioni.
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