Vaiolo delle scimmie: cos’è, come si trasmette, sintomi e come prevenirlo

Nelle ultime ore, i media stanno riportando la notizia della diffusione di alcune decine di casi del vaiolo delle scimmie.

In Europa, ad esempio, se ne contano almeno una ventina: 14 in Portogallo e 7 in Spagna. Nove i contagi registrati nel Regno Unito mentre, per il momento, uno anche negli Stati Uniti e 13 sospetti in Canada.

Il mondo sta provando a lasciarsi alle spalle la pandemia causata dal Covid-19 e la preoccupazione che un nuovo incubo simile possa piombarci addosso è davvero grande.

La domanda, quindi, è la seguente: cos’è esattamente il vaiolo delle scimmie? Come possiamo prevenirlo?

Di seguito proveremo a rispondere attraverso quanto riportato da “Epicentro” dell’Istituto Superiore di Sanità.

Cos’è il vaiolo delle scimmie?

Si tratta di un quesito che si stanno ponendo tutti in queste ore, a seguito delle diverse notizie dei vari contagi in Europa e nel resto del mondo.

Stiamo parlando di “una rara malattia virale”, così si legge su Epicentro. Il nome deriva dal fatto che fu scoperta per la prima volta in scimmie da laboratorio nel secolo scorso, esattamente nel 1958.

Approfondendo gli studi, si è scoperto che l’infezione può diffondersi anche negli scoiattoli, “si ritiene svolgano un ruolo importante come ospiti naturali della malattia”, topi e conigli.

Nel 1970, poi, gli scienziati hanno verificato che il vaiolo delle scimmie poteva diffondersi anche agli esseri umani causando una malattia simile al vaiolo.

Per la prima volta, alcuni casi, erano stati riscontrati in alcune zone remote dell’Africa.

A quanto pare, però, il virus non è rimasto circoscritto al continente africano, tanto che già nel 2003 ci sono stati casi negli USA.

In quell’occasione, le persone ammalate avevano avuto dei contatti con cani delle praterie malati.

Nelle ultime ore, infine, come già riportato nella prima parte dell’articolo, si contano alcune decine di persone positive al virus in questione

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Da cosa è causata la malattia?

Il responsabile dell’infezione è il “Monkeypox virus che appartiene al gruppo degli orthopoxvirus“, così come riporta l’Istituto Superiore di Sanità.

Quali sono i sintomi e qual è il periodo di incubazione

La trasmissione, in questo caso stiamo parlando del passaggio da uomo a uomo, “avviene con un periodo di incubazione di circa 12 giorni (da 7 a 21 giorni)”, spiega l’Istituto Superiore di Sanità.

Le caratteristiche della malattia hanno molto in comune con il vaiolo. Nell’arco di tempo indicato poco più sopra, la persona malata potrebbe accusare febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi gonfi, malessere generale, e spossatezza.

In linea di massima, dopo alcuni giorni si sviluppa l’eruzione cutanea pustolare, che appare solitamente prima sul volto ma a volte anche su altre parti del corpo”.

Il paziente supera la malattia, nella maggior parte dei casi, in un periodo di tempo compreso tra le due e le quattro settimane.

Come si trasmette il vaiolo delle scimmie

Da animale a uomo, il vaiolo delle scimmie si trasmette attraverso “un morso o il contatto diretto con sangue, liquidi organici o lesioni di un animale infetto.

Per ciò che concerne il passaggio da uomo a uomo, invece, può avvenire per via orale oppure con contatti diretti con indumenti o oggetti contaminati dal virus.

La prevenzione è possibile?

Allo stato attuale, stando a quanto riferisce l’Istituto Superiore di Sanità, non esiste un trattamento specifico per il vaiolo delle scimmie”.

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Nel continente africano, però, il rischio di contrarre la malattia diminuisce sostanzialmente nelle persone vaccinate per il vaiolo.