L’anno a venire potrebbe essere decisamente fortunato per i pensionati italiani. Grazie infatti alla rivalutazione delle pensioni, a causa dell’inflazione, nel 2023 lo Stato dovrà sborsare circa 12 miliardi complessivi per i conguagli degli assegni mensili.
Secondo le ultime stime della Bce, il tasso di inflazione (a gennaio sull’1,9%) del 2022 dovrebbe essere del 6,8%. Visto il funzionamento della rivalutazione, gli incrementi di pensioni e trattamenti assistenziali l’anno prossimo saranno davvero sostanziosi
Pensioni, tutto quel che c’è da sapere sugli aumenti nel 2023
L’incremento pensionistico non sarà uguale per tutti. E’ previsto, infatti, che il tasso di rivalutazione venga applicato solo su trattamenti previdenziali con importo a quattro volte il trattamento minimo. Più aumenta il reddito e più scende la percentuale utilizzata.
Percentuali di rivalutazione:
100% per le pensioni fino a quattro volte il minimo (2.062 euro lordi)
90% tra quattro e cinque volte il minimo (tra 2.062 e 2.577,90 euro)
75% oltre cinque volte la quota minima
Per farla breve, teniamo conto di una pensione di 1000 euro netti al mese: in tal caso l’aumento dovrebbe essere di circa 68 euro.
E’ ovvio che queste sono delle stime fatte sulla base del momento, però, vista la situazione, l’anno prossimo assisteremo certamente a cambiamenti in positivo riguardo gli importi delle pensioni.