La sentenza del Tribunale di Roma cambia tutto in materia di carta d’identità: bisognerà per forza rifarla?
Viviamo in un momento storico di grande fermento sociale e, di conseguenza, i cambiamenti sono all’ordine del giorno.
Nell’ultimo periodo, diverse sentenze stanno provando a fare chiarezza sia in ambito fiscale che dal punto di vista giuridico d’identità di genere.
Proprio nell’ottica della seconda questione va inquadrata la decisione presa dai giudici di Roma e di cui, di seguito, ti riportiamo quanto affermato da uno degli avvocati più conosciuti e seguiti d’Italia.
Carta d’identità: la sentenza storica del tribunale di Roma
Angelo Greco, avvocato molto famoso sul web ed in particolare per il proprio canale Youtube, ha pubblicato proprio nelle scorse ore un video sull’argomento chiarendo i dettagli della vicenda.
“È una sentenza, potremmo dire storica, quella emessa l’altro giorno dal tribunale di Roma che ha accolto il ricorso di due madre. Si erano opposte all’applicazione del Decreto Salvini del 2019, secondo cui sul documento d’identità rilasciato dal comune è necessario scrivere madre e padre.
Invece, dalla carta d’identità elettronica devono scomparire queste voci perché, a detta dei giudici, “genitore” è l’unica qualifica possibile.
Questo perché potrebbe anche esserci chi abbia come genitori due uomini o due donne.
Cosa dovrà scrivere allora il comune? Bisognerà scrivere “genitore 1” e “genitore 2”. Una sentenza importantissima che spiana la strada all’abolizione del Decreto Salvini.
Così facendo, infatti, si riconoscerà il ruolo genitoriale anche nel caso in cui ci fossero due madri o due padri anche sui documenti del minorenne.
Ora, i sindaci dovranno indicare le qualifiche neutre di “genitore” se non vogliono essere citati a giudizio.
A questo punto, però, bisognerà applicare delle modifiche al più presto al software predisposto per la compilazione, la compilazione, l’emissione e la stampa delle carte d’identità”, ha spiegato l’avvocato.
C’è da sottolineare, come fatto da Angelo Greco, un punto importante a favore di questa modifica: “Se si costringe a scrivere il nome di una donna sotto la dicitura “padre” e, viceversa, il nome di un uomo sotto la dicitura “madre”, si commette un falso in un documento che ha valore certificatorio.
Scatta, in questo caso, il falso commesso da un pubblico ufficiale in atto pubblico. Per cui è giusto che si scriva così, questa è la legge“, conclude.
Di seguito ti proponiamo il video pubblicato dall’avvocato Angelo Greco sul proprio seguitissimo canale Youtube.